Se c’è un dato su cui sono poche le interpretazioni circa le condizioni finanziare dell’Italia, questo riguarda la grande crisi lavorativa che è divenuta sempre più consistente nel giro di pochi anni, andando ad aggravare ulteriormente una condizione produttiva che presentava già di base alcune pecche in confronto a quella dei competitor internazionali.
Questa situazione, con gradi estremamente differenti nei vari punti del paese, ha colpito principalmente i giovani che ad oggi sono le principali vittime della crisi economica, con un tasso di disoccupazione giovanile che supera il 50% ed un numero consistente di under 30 completamente inattivi.
È forse proprio da questo grado desolato che i giovani italiano hanno pensato di reinventarsi, mettendo in pratica la famosa arte dell’arrangiarsi che in fondo rende le menti italiane duttili ed in grado di adattarsi a tutte le situazioni.
Infatti, la carenza di lavoro nelle grandi imprese e nel terziario ha spinto a riesumare una delle attività più fiorenti del settore primario dell’economia: l’artigianato. Negli anni compresi tra il 2002 ed il 2014 sono state oltre 90.000 le botteghe di artigiani che hanno chiuso i battenti, un po’ per le difficoltà conseguenti all’assenza di sussidi ed agevolazioni, un po’ per l’interesse sempre maggiore sviluppatosi nei confronti di mestieri più moderni (e forse anche meno faticosi).
Tuttavia, negli ultimi anni, l’artigianato ha subito uno spread notevole andando a riavviare un grandissimo patrimonio per l’Italia che da sempre ha incentrato la sua produzione sulla qualità, piuttosto che sulla quantità, concept che si adatta perfettamente alla pratica dell’artigianato.
Se è vero che si sono tirati fuori gli strumenti dei mestieri antichi, è anche vero che si è verificato un interesse sempre maggiore da parte degli acquirenti verso i prodotti fatti a mano. Molti preferiscono spendere anche cifre più alte, a patto di avere dei prodotti di ottima fattura, quali sono quelli tipici dell’artigianato in Italia.
Più nello specifico l’Italia è apprezzata in tutto il mondo per ciò che concerne la moda e la produzione di abiti ed accessori che vengono poi esportati in tutto il mondo. È in questa corrente che si inserisce la grande storia dell’artigianato della pelle, che ha visto i suoi natali in Toscana, più precisamente a Firenze, città in cui il pregio delle pelli e la qualità dei prodotti che ne derivano è conoscenza comune.
La forte cultura dell’artigianato della pelle a Firenze si può notare che facendo riferimento alla presenza di una Scuola del Cuoio nei dintorni della basilica di Santa Croce, zona in cui non è raro imbattersi in vie i cui nomi rimandano immediatamente a questa lavorazione, come ad esempio via delle Conce.
La lavorazione delle pelli si sviluppa a Firenze già alla fine del 1800, senza che però risulti in questa epoca un’attività distintiva della città; è dopo la Seconda Guerra Mondiale che, su volontà di alcune famiglie di artigiani della pelle, tra cui i Gori ed i Casini, venne costruita la Scuola del cuoio, con l’intento di insegnare un mestiere a tutti i bambini rimasti orfani dopo i combattimenti di quegli anni.
Questa scelta, oltre ad essere estremamente nobile, fece sì che si ricreasse una vera e propria generazione di professionisti del settore, che nel corso negli anni hanno continuato a tramandare i segreti del mestiere di generazione in generazione, mantenendo florida questa attività, tutt’oggi molto diffusa nelle strade fiorentine.
Purtroppo, però, la storia ha segnato anche note negative nella storia dell’artigianato della pelle; nel 1966, infatti, la tremenda alluvione determinò l’allagamento di tutte le botteghe del posto, portando alla rovinosa distruzione di moltissimi manufatti ed alla chiusura di molti negozi. Anche qui, però, la forza di volontà dei fiorentini non mancò, e dopo circa un anno la tradizione della lavorazione delle pelli tornò ai suoi originari splendori. La fama della produzione di pelli a Firenze fu tale da attirare moltissimi volti noti, fino a rendere i prodotti in cuoio toscano un must have per gli amanti della moda.
Ad oggi sono tantissimi gli accessori che vengono costantemente prodotti; sicuramente tra quelli più ambiti vi sono le borse, queste vengono sfoggiate orgogliosamente nelle vetrine di tutta Firenze e vengono prodotte con estrema varietà; vi sono modelli di ogni colore e foggia, classici o originali, lisci o adornati di pietre preziose.
Si possono trovare anche pelli ricercate, come quella di struzzo o di coccodrillo, che possono poi andare a costituire tantissimi altri accessori: sandali, cinture (anche queste molto ambite), porta sigari, agende o portachiavi. Insomma, di prodotti ce ne sono davvero tantissimi, tutti accomunati dalle sfumature inconfondibili del pellame di qualità.
Ma chi non può recarsi personalmente a Firenze deve rinunciare ad avere nel proprio armadio un prodotto in pelle? Certamente no, perché molti artigiani hanno ampliato il proprio commercio sbarcando sul web, come ad esempio si può osservare per l’azienda fior di loto-ingrosso borse online. Si tratta dello shop online di un ingrosso pelletteria sita nel cuore di Firenze, che da anni offre un vastissimo assortimento di prodotti (borse, portafogli, cinture, portachiavi, marsupi, ecc…) contraddistinti dalla lavorazioni di pelli pregiate secondo le tecniche tipiche del luogo.
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